Il Papa alle religiose: continuare con tenacia a spendersi nella carità
Daniele Piccini – Città del Vaticano
Nessuno dei fondatori delle Religiose di Gesù-Maria e delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, “si è tirato indietro, né si è scoraggiato e il segreto di tanta fedeltà è da ricercare proprio nell’incontro con Gesù Risorto”. Sulla loro scia, non "temere di abbandonare le proprie sicurezze, avventurandosi, se il Signore lo chiede, in sentieri nuovi" e, soprattutto, "continuare con coraggio e tenacia a spendersi nella carità". Nel suo saluto ai partecipanti ai capitoli generali delle due congregazioni - in tutto circa un centinaio -, durante l’udienza di questa mattina, 6 novembre, in Sala Clementina, Leone XIV ha invitato a guardare al loro Principio, a quella “fedeltà” da dove “tutto è cominciato”, scintilla della loro fondazione. “Da lì si comincia e da lì si riparte, quando necessario”, ha detto il Pontefice.
I capitoli generali
Le due congregazioni, ha sottolineato il Papa, sono nate “pur in circostanze diverse, dallo stesso amore per i poveri”, “verso le giovani in condizioni di disagio” ed i migranti. La Religiose di Gesù-Maria sono una congregazione di diritto pontificio e di spiritualità ignaziana, fondata da santa Claudina Thévenet a Lione, in Francia, il 6 ottobre 1818. Dallo scorso 15 ottobre sono state impegnate, a Roma, presso la Casa Generale di via Nomentana, nei lavori del loro 38.mo Capitolo generale sul tema “Dove tu andrai, andrò anch’io” (Rut, 1, 16). Le Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, conosciute anche come suore Scalabriniane, sono state fondate nel 1895 da san Giovanni Battista Scalabrini e hanno come cofondatori la beata Assunta Marchetti (1871 –1948) e il venerabile don Giuseppe Marchetti (1869-1896). Dal 16 ottobre fino al 9 novembre 2025, a Rocca di Papa, vicino Roma, lavorano al loro 15.mo Capitolo generale ispirato al passo biblico “Gesù stesso si avvicinò” (Lc 24,15).
L’iniziativa di Dio e la risposta dell’uomo
E proprio a partire dalla felice complementarietà dei temi al centro dei due capitoli generali, si è snodata la riflessione di Papa Leone per il suo discorso. Nel Vangelo di Luca il Signore prende l’iniziativa, ha spiegato il Vescovo di Roma: "Gesù si affianca ai discepoli di Emmaus e cammina con loro, per portarli a riconoscerlo nello Spezzare il Pane e fare di loro degli apostoli della sua Resurrezione”. Mentre nel libro di Rut, nel Vecchio Testamento, è la donna che si assume la responsabilità di una scelta di carità: “La giovane moabita – ha argomentato il Pontefice – pur potendolo fare, non abbandona la vecchia suocera Noemi, rimasta sola, ma la segue in terra straniera, per assisterla fino alla fine”.
Gesù al centro
Poi il Papa ha aggiunto preziosi suggerimenti su come affrontare un Capitolo generale, un momento in cui “Gesù vi si affianca e cammina con voi per aiutarvi a rileggere, nella luce della sua Pasqua, la vostra storia”. Leone XIV ha esortato a mettere Gesù al centro, dando “molto spazio alla preghiera e al silenzio” perché “le migliori illuminazioni più importanti si colgono in ginocchio”, ossia pregando “davanti al Tabernacolo e nell’ascolto della Parola”. Solo così, ha aggiunto citando l’Angelus di Papa Francesco del 26 ottobre del 2014, “si diventa sempre più capaci di ‘cercare il volto di Dio nel fratello e nella sorella bisognosi’”. Anzi, di vedere nel prossimo ”un’epifania della presenza divina”, ha detto ancora Leone XIV, citando questa volta san Giovanni Paolo II nell'omelia per la canonizzazione di Claudine Thévenet e di Teresa de Jesús de Los Andes il 21 Marzo 1993.
Ascoltare i bisogni degli altri
Il Papa ha infine rivolto gli auguri a suor Luiza Dal Moro, che lo scorso 2 novembre, durante il Capitolo, è stata eletta superiora generale della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo per il prossimo sessennio. Infine ha invitato tutte le sorelle presenti “a vivere queste giornate in umile ascolto e in coraggiosa attenzione ai bisogni degli altri”, ringraziandole per quanto fanno “in tante parti del mondo” e promettendo loro di ricordarle nella preghiera.
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