Beatificata madre Eliswa Vakayil, pioniera della vita religiosa femminile in India
Vatican News
Un modello, uno specchio in cui ogni figlia, ogni madre, ogni donna — laica, consacrata e religiosa — può identificarsi e riconoscersi. Così il cardinale malaysiano Sebastian Francis, vescovo di Penang, ha descritto madre Eliswa Vakayil, fondatrice del primo Terz’ordine dei carmelitani scalzi (Tocd) indigeno per le donne in India. La religiosa è stata beatificata oggi, sabato 8 novembre, a Kochi, nello Stato indiano del Kerala. La celebrazione, svoltasi nel piazzale antistante la basilica santuario di Nostra Signora del Riscatto a Vallarpadam, è stata presieduta dal porporato in rappresentanza di Leone XIV. Hanno concelebrato gli arcivescovi Leopoldo Girelli, nunzio apostolico in India e Nepal, e Joseph Kalathiparambil, ordinario dell’arcidiocesi metropolitana di Verapoly. Oltre a numerosi presuli, sacerdoti, religiosi e fedeli laici, erano presenti anche suor Antony Shahila, superiora generale della congregazione delle Carmelitane teresiane (Ctc), insieme ai padri Miguel Márquez Calle e Marco Chiesa, rispettivamente preposito generale e postulatore generale dei Carmelitani scalzi.
L’attenzione e la compassione nei confronti degli esclusi
“La storia di madre Eliswa riflette il cammino di vita di ogni santo — ha detto il cardinale Francis all’omelia — : un “sì” concreto, costante e coerente in ogni situazione in cui Dio li pone”. Della nuovo beata il porporato ha sottolineato l’attrazione per l’Eucaristia, la devozione per la Vergine Maria e, soprattutto, l’attenzione e la compassione nei confronti dei poveri e dei meno fortunati.
Sposa di Cristo e madre spirituale di tanti
Prima di avvertire la chiamata alla vita consacrata, madre Eliswa fu anche sposa, madre di una figlia e infine vedova. Ed è proprio “attraverso queste esperienze personali”, che la nuova beata “può comprendere” le esigenze di ogni donna. Infatti, “nutrendosi dell’adorazione frequente davanti al Santissimo Sacramento e compiendo continui atti di misericordia, docile allo Spirito Santo, permise a Dio di trasformare la sua identità: da sposa e madre a sposa di Cristo e madre spirituale di molti”.
Antesignana nel cammino sinodale della Chiesa
Vissuta tra il 1831 e il 1913, pioniera della vita religiosa in Kerala, madre Vakayil aprì le porte della vita consacrata alle donne cattoliche di rito sia latino sia siro-malabarese. La sua vita esemplare di fede fu d’ispirazione anche per sua sorella Thresia e per sua figlia Anna, che si unirono a lei nel medesimo cammino di vita. Tale “visione inclusiva — ha rimarcato il cardinale malaysiano — era in anticipo sui tempi ed è una vera espressione della sinodalità in azione: camminare insieme nella comunione”. Anzi: la nuova beata “mostra la via” alla Chiesa che percorre il cammino sinodale “ascoltando, discernendo e camminando insieme”. Il fondamento della sua “fede incrollabile”, infatti, “si trova nella sua spiritualità, visione e missione, tutte radicate nella sua identità di fedele discepola di Gesù Cristo attraverso il battesimo, il cuore stesso della sinodalità”.
L’impegno in favore dell’educazione femminile
Inoltre, l’instancabile impegno della religiosa indiana in favore dell’educazione — concretizzatosi nella fondazione di una scuola, di un orfanotrofio e di un collegio femminile — insieme alla cura pastorale delle donne più povere ed emarginate, sono “una testimonianza duratura della sua ardente compassione e della sua fede”. In quest’ottica, ha proseguito il rappresentante del Papa, “trascendendo ogni confine, madre Eliswa può relazionarsi con ogni cattolico, ogni cittadino dell’India e con tutta l’umanità”.
Una vita coraggiosa
Il cardinale Francis ha quindi ricordato il miracolo che ha portato alla beatificazione della religiosa, ovvero la guarigione di una bimba nel grembo materno. Ora che madre Eliswa è beata, ha aggiunto, “innumerevoli cuori continueranno a essere elevati e ispirati dalla sua vita santa, coraggiosa e incrollabile di fede e d’amore”.
Faro di speranza per i nostri tempi
Dunque, in questo “momento storico per la famiglia carmelitana mondiale”, nonché per la Chiesa in India e per la Chiesa universale, l’incoraggiamento conclusivo del cardinale Francis è andato a “tutte le donne consacrate, tutte le madri e tutti coloro che soffrono in silenzio e tuttavia scelgono di amare”, sulle orme della nuova beata, vero e proprio “faro di speranza e madre spirituale per i nostri tempi”.
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