sabato 11 ottobre 2025

Giubileo della vita consacrata

La missione dello jobel

suor Simona Brambilla al giubileo della vita consacrata


Grazie a tutti, a tutti e grazie a padre José Enrique per questa introduzione.
Alcune parole: è bello vedere tante persone, tanti di voi consacrati in quest'aula. Vorrei davvero rivolgere a tutti e a tutte un caloroso saluto da parte del Dicastero.

 E' il terzo giorno che viviamo insieme, celebrando questo giubileo della vita consacrata. In questi giorni avete già incontrato qua e là alcuni di noi nel Dicastero, durante la veglia di preghiera in San Pietro mercoledì sera, poi durante la celebrazione eucaristica presieduta ieri mattina dal Santo Padre, durante gli incontri dei diversi gruppi e forme di vita consacrata ieri pomeriggio, durante l'animazione nelle tre piazze ieri sera e durante la messa stamattina. Oggi noi tutti del Dicastero siamo qua, in mezzo a voi, e vogliamo dirvi la nostra gioia nell'incontrarvi e nell'essere compagni di cammino.

 Oggi ci troviamo tutti assieme qui, in questa stupenda aula che ha ospitato l'Assemblea Sinodale, per riflettere, per condividere sulla speranza e per incontrare insieme tra poco il Santo Padre. Mi sembra bello evocare di nuovo in questo momento un'immagine molto pertinente al giubileo, quella dello jobel, cioè quel suono dello strumento che nella tradizione ebraica viene utilizzato per annunciare l'inizio dell'anno giubilare. E' il corno di montone questo strumento, il shofar, e dal nome di questo suono del corno, jobel, sembra derivare il termine giubileo.

 Il suono dello jobel annuncia diverse feste, tra cui quella del giorno dell'espiazione, lo Yom Kippur. E questa festa ricorre ogni anno, ma assume un significato particolare quando coincide con l'inizio dell'anno giubilare. Nella Bibbia troviamo vari riferimenti al giubileo che doveva essere convocato ogni 50 anni perché era l'anno in più da vivere ogni sette settimane di anni.

 Anche se difficile da realizzare, il giubileo era proposto come occasione nella quale ristabilire il corretto rapporto nei confronti di Dio, tra le persone e con il creato. E comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra. Nell'immagine dello jobel possiamo intravedere la missione nostra, la missione della vita consacrata: essere un canale vivente attraverso il quale il soffio di Dio passa, attraverso il quale Dio soffia la sua melodia, annunciando una trasformazione nel segno di relazioni giuste, rispettose e feconde con Dio, tra noi e col creato.

 E nel segno della riconciliazione, del perdono, della restituzione e della riparazione è Dio con il suo soffio che compie questa trasformazione. A noi tocca essere semplici canali, canali vuoti, viventi, liberi, liberi da tutto ciò che non è Dio.

 Per lasciare che lui, Dio, ci riempia, ci riempia della sua melodia. E questa melodia arrivi al cuore della persona e al cuore del creato. Guardandoci notiamo quanto siamo diversi, persone diverse, provenienze, culture, esperienze ecclesiali diverse, diverse forme di vita consacrata, diversi carismi.

 Sì, siamo come tanti Jobel diversi, ognuno con il suo suono unico e irripetibile. Allora l'immagine dell'orchestra, che era un'immagine cara al Santo Padre Francesco, può trovare in noi un'applicazione vivace. Papa Francesco diceva così: una sinfonia vive nella sapiente composizione dei timbri dei diversi strumenti. Ognuno dà il suo apporto, a volte da solo, a volte unito a qualcun altro, a volte tutto l'insieme. La diversità è necessaria, è indispensabile, ma ogni suono deve concorrere al disegno comune. Il Santo Padre continuava: e per questo è fondamentale l'ascolto reciproco. Ogni musicista deve ascoltare gli altri. Se uno ascoltasse solo se stesso, per quanto sublime possa essere il suo suono, non gioverà alla sinfonia. E lo stesso avverrebbe se una sezione dell'orchestra non ascoltasse le altre, ma suonasse come se fosse da sola, come se fosse il tutto.

 Fino a qui, Papa Francesco. Ecco, noi siamo qui per suonare assieme, per suonare assieme la sinfonia del Giubileo della Speranza. Come jobel, come canali vuoti e diversi, canali del soffio di Dio.

 Allora buon ascolto, buona musica, seguendo lo spartito che lo Spirito oggi ci rivelerà. Grazie, grazie a tutti e a tutte di essere qui.

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