di Francesca Visentin
Suora, teologa e filosofa, il pontefice le ha affidato il compito di lavorare per la parità: «Donne diacone, si va avanti. Nella Chiesa asimmetrie di potere da risolvere come nel resto della società»
«Il maschilismo è una realtà contraria al Vangelo, la direzione giusta è la valorizzazione di donne e uomini». Parole di Papa Francesco, che hanno innescato un percorso di «smaschilizzazione» della Chiesa, chiamato proprio così. In prima linea c’è una suora, teologa e filosofa friulana, suor Linda Pocher, docente di Cristologia e Mariologia alla Pontificia facoltà Auxilium di Roma e nella Pontificia Accademia Mariana Internazionale, a cui il pontefice ha affidato il compito di lavorare per la parità. Su mandato del Papa suor Linda Pocher ha organizzato, sia per lui che per il Consiglio dei cardinali, incontri di formazione sul tema. Un lavoro raccolto nel libro Smaschilizzare la Chiesa (Edizioni Paoline) con la prefazione di Papa Francesco, che illustra i molti modi in cui nella Chiesa la differenza di genere è stata interpretata e attuata come disparità. Nel volume, Linda Pocher con Lucia Vantini e Luca Castiglioni affrontano i nodi critici, liberando il Vangelo dalle interpretazioni che hanno nascosto e emarginato le donne. Proprio il Papa ha ribadito più volte: «Uno dei grandi peccati che abbiamo avuto è “maschilizzare” la Chiesa», anche davanti alla Commissione teologica internazionale. Su questi temi si sono confrontati fino a sabato 18 gennaio a Padova sacerdoti, teologi e teologhe nel convegno «Smaschilizzare la Chiesa? Per una Chiesa di donne e di uomini», organizzato da Istituto superiore di Scienze religiose di Padova e Irecoop Veneto. E suor Pocher ha ribadito la necessità di una presenza femminile paritaria all’interno della chiesa.
Suor Linda Pocher, la chiesa marginalizza le donne, soprattutto al vertice?
«Il contesto è particolarmente maschile e ci sono assimetrie di potere, come in ogni altro ambito della società».
Cosa significa «smaschilizzare» la chiesa?
«È una espressione utilizzata da Papa Francesco, che sente l’esigenza di dare più spazio alle donne, di eliminare disparità. Da questo è nato un itinerario formativo con i cardinali. Gesù ha sempre dato pari dignità a uomini e donne. Ora il tempo è maturo per riscoprire questa buona notizia: la parità davanti a Dio».
Lei ha spiegato che le riflessioni contemporanee partono dal confronto critico sul principio «mariano-petrino» del pensiero di Hans Urs von Balthasar.
«È un pensiero che dovrebbe valorizzare le differenze, ma che in realtà marginalizza le donne idealizzandole e funziona come legittimazione di privilegi e ingiustizie. Oggi cerchiamo di dare vita a una cultura del “noi”, della complessità, dell’interconnessione, di libertà della e nella differenza».
E la questione del diaconato femminile?
«Le ricerche in materia dimostrano che non ci sono impedimenti teologici, ma rimane un tema di forte polemica, soprattutto a livello gerarchico ancora non c’è accordo. Se ne è parlato anche durante il Sinodo e la grande novità del Sinodo è proprio il fatto che il Papa ha dato la possibilità di discutere in un luogo riconosciuto istituzionalmente di temi che erano quasi tabù come l’ordinazione delle donne. Adesso ci sta lavorando un gruppo di studio interno al Vaticano: è un percorso che arriverà a un risultato».
Quanto tempo ci vorrà ancora perché il diaconato femminile diventi realtà?
«Il Papa vuole che ci sia un sufficiente consenso ecclesiale, che ancora deve maturare. Ma è un percorso avviato».
Oggi in tante parrocchie le donne, anche laiche, per la carenza di sacerdoti, hanno l’abilitazione a dare la comunione. Un’esperienza già avviata in tante città d’Italia, che sta facendo anche la diocesi di Padova.
«Per la Chiesa la condizione della donna oggi non è certo quella di 70 anni fa e questo tipo di realtà già operative, i ministri e le ministre straordinarie della comunione, sono segnali precisi. Quello che deve ancora maturare è la parte istituzionale giuridica».
Arriverà la parità di genere dentro la Chiesa?
«È una questione di giustizia. Va realizzata perché è giusto, non per una questione di marketing. E nel rispetto del Vangelo: Gesù è sempre andato oltre le differenze di genere e ha sempre dato pari dignità a uomini e donne. All’origine dell’esperienza cristiana c’è forte parità davanti a Dio, è tempo di riscoprirla».
La Bibbia è maschilista?
«Se ci si slega da visioni stereotipate, nella lettura di scene bibliche che riguardano Maria, si intravede una storia di forte protagonismo femminile: oltre che madre di Gesù è discepola, educatrice, lo introduce al mondo esperienziale e lo porta a dispiegare le ali».
Pensa che il diaconato femminile farà aumentare i fedeli o li allontanerà?
«Ci saranno persone nuove che si avvicineranno alla Chiesa e altre invece ne saranno infastidite e potrebbero allontanarsi. Ma è un cambiamento giusto e necessario».
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