domenica 13 luglio 2025

Il Papa ai religiosi: pensate in grande la missione, l'umanità è una sola grande famiglia

 DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV

AI PARTECIPANTI AI CAPITOLI GENERALI DI 
OTTO ISTITUTI RELIGIOSI

Ville Pontificie di Castel Gandolfo, Cortile del Palazzo Apostolico
Sabato, 12 luglio 2025



Benvenuti tutti! Ci sediamo e riflettiamo un po’ insieme.

Cari fratelli e sorelle,

con gioia vi do il benvenuto, in occasione dei vostri Capitoli e Assemblee. Saluto i Superiori e le Superiore Generali, i membri dei Consigli, tutti voi.

Vi siete riuniti per pregare, confrontarvi e riflettere insieme su ciò che il Signore vi chiede per il futuro. I vostri Fondatori e Fondatrici, docili all’azione dello Spirito Santo, vi hanno lasciato in eredità carismi diversi per l’edificazione del Corpo di Cristo (cfr Ef 4,11-12); e proprio perché quest’ultimo cresca secondo i disegni di Dio, la Chiesa vi chiede il servizio che state svolgendo (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Perfectae caritatis, 4).

I vostri rispettivi Istituti incarnano aspetti tra loro complementari della vita e dell’azione di tutto il Popolo di Dio: l’offerta di sé in unione al Sacrificio di Cristo, la missione ad gentes, l’amore alla Chiesa custodito e trasmesso, l’educazione e la formazione dei giovani. Si tratta di vie differenti con cui si esprime in forma carismatica l’unica ed eterna realtà che le anima tutte: l’amore di Dio per l’umanità.

Come è d’uso, poi, ciascuna delle vostre Congregazioni ha individuato angolature particolari, alla luce delle quali rileggere l’eredità ricevuta, per aggiornarne e attualizzarne i contenuti. Anche queste piste di lavoro, che avete scelto durante il tempo della preparazione, nella preghiera e nell’ascolto vicendevole, sono un dono prezioso in quanto frutto dello Spirito. È Lui che attraverso l’apporto di molti, sotto la guida dei Pastori, «aiuta la comunità cristiana a camminare nella carità verso la piena verità (cfr Gv 16,13)» (Benedetto XVI, Omelia nella Messa di apertura della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, 13 maggio 2007). Avete formulato, così, linee-guida che contengono richiami fondamentali: rinnovare un autentico spirito missionario, fare propri i sentimenti “che furono di Cristo Gesù” (cfr Fil 2,5), radicare la speranza in Dio (cfr Is 40,31), tenere viva nel cuore la fiamma dello Spirito (cfr 1Tess 5,16-19), promuovere la pace, coltivare la corresponsabilità pastorale nelle chiese locali e altro ancora. Affiancarli e ricordarli insieme, in questo momento, ci aiuta a cogliere la ricchezza del nostro essere in comunità, in particolare come religiosi, religiose, impegnati nella stessa meravigliosa avventura di «seguire Cristo più da vicino» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 916).

Possa ciò rinnovare e confermare in tutti noi la consapevolezza e la gioia di essere Chiesa, e in particolare spronare voi, nel discernimento capitolare, a pensare in grande, come tasselli unici di un disegno che vi supera e vi coinvolge al di là delle vostre stesse aspettative: il progetto di salvezza con cui Dio vuole condurre a sé tutta l’umanità, come una sola grande famiglia (cfr Francesco, Udienza generale, 29 maggio 2013). È questo lo spirito con cui sono nati i vostri Istituti ed è questo l’orizzonte in cui collocare ogni sforzo, perché contribuisca, attraverso piccole luci, a diffondere su tutta la terra la luce di Cristo, che mai si esaurisce (cfr Messale Romano, Preconio pasquale).

Carissimi, chiediamo insieme al Signore di essere docili alla voce del suo Spirito, che “insegna ogni cosa” (cfr Gv 14,26) e senza il cui aiuto, nella nostra debolezza, nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare (cfr Rm 8,26).

Grazie a voi per il vostro lavoro e per la vostra presenza fedele in tante parti del mondo. Vi benedico di cuore e prego per voi.

Grazie!

martedì 8 luglio 2025

SALUTO DEL SANTO PADRE LEONE XIV ALLE SUORE AGOSTINIANE SERVE DI GESÙ E MARIA

 

La cultura senza verità è strumento dei potenti

Nel saluto alle Serve di Gesù e Maria, il Papa esorta a rinnovare l’adesione al carisma della fondatrice, suor Maria Teresa Spinelli, facendosi pazienti nelle prove, coraggiose nella missione e nella formazione di “menti sagge e cuori capaci di ascolto e passione per l’umanità”


Care sorelle,

sono lieto di incontrarvi al termine del vostro Capitolo provinciale: in questa settimana di preghiera, discernimento e progettazione comune avete potuto rinnovare l’adesione al carisma della vostra fondatrice, la venerabile suor Maria Teresa Spinelli.

Mentre continua il suo processo di canonizzazione, pure procede il vostro cammino di santità! Come Suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria, vi incoraggio a lasciarvi sempre nuovamente guidare dal nome che portate. Il servizio che vivete ogni giorno, infatti, si realizza anzitutto nella consacrazione della vita al Signore e si fortifica nella devozione sincera alla sua e nostra Madre.

Imitando suor Maria Teresa, sarete dunque pazienti nelle tribolazioni, perché è proprio nelle nostre prove che il Signore conferma la sua fedeltà; sarete coraggiose nella missione, perché l’opera educativa cui vi dedicate formi menti sagge e cuori capaci di ascolto e passione per l’umanità; sarete perseveranti nella sequela di Cristo, che è «via, verità e vita» (Gv 14,6), e perciò criterio di ogni nostra iniziativa culturale. Sappiamo che una cultura senza verità diventa strumento dei potenti: anziché liberare le coscienze, le confonde e le distrae secondo gli interessi del mercato, della moda o del successo mondano.

A tal proposito, vi consiglio di riprendere un’opera del santo dottore, nostro padre Agostino, il De Magistro, per meditarla nel prossimo futuro, raccogliendo i frutti del vostro Capitolo. In questo scritto Agostino afferma che l’insegnamento esteriore deve sempre portare all’incontro col Maestro interiore, che è Gesù (cfr I, 11). Nel suo nome auguro ogni bene alle vostre comunità e di cuore vi imparto la benedizione apostolica. Grazie!

lunedì 7 luglio 2025

Famiglie Ecclesiali di Vita Consacrata

 

Consacrati insieme per aprire cammini, tra nuove comunità e antiche radici

Dal 12 al 14 giugno al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo il VI Incontro delle Nuove forme di Vita consacrata. Un appuntamento promosso da famiglie ecclesiali riconosciute, per confrontarsi su identità, missione e prospettive all’interno di una Chiesa sinodale, in dialogo con il Vaticano

Eleanna Guglielmi - Città del Vaticano

La vita consacrata continua a interrogarsi sulle forme con cui si incarna oggi il Vangelo, tra fedeltà alla tradizione e novità suscitate dallo Spirito. Dal 2011, il ciclo di incontri “Aprendo Cammini” ha creato uno spazio di dialogo tra istituti di vita consacrata e nuove comunità che, pur nella diversità dei carismi, condividono l’intento di camminare insieme nella Chiesa. Il sesto incontro, presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, prosegue questo cammino di comunione, offrendo una piattaforma ecclesiale di confronto e discernimento, in ascolto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.


Tra riconoscimento canonico e cammino sinodale

L’appuntamento, che si ripete ogni tre anni, vuole essere uno spazio aperto alle realtà già riconosciute e a quelle che sono ancora in ricerca. Alcune sono ancora molto giovani e sulla via di un percorso di riconoscimento nella Chiesa, altri già approvati dall’autorità ecclesiastica. Per questo, uno degli obiettivi centrali dell’incontro sarà proprio la riflessione sulla sinodalità, sul rapporto tra carisma e gerarchia e sul riconoscimento ecclesiale alla luce dei documenti più recenti, Mutuae Relationes e Comunione e corresponsabilità.

Un evento che intreccia tradizione e profezia

Organizzato in collaborazione con l’Istituto Monastico del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, l'appuntamento prevede contributi di esperti, canonisti e rappresentanti del mondo ecclesiale. Tra i relatori figurano padre Leonello Leidi, del Dicastero per la Vita Consacrata; Lourdes Grosso, missionaria idente dell’Istituto Id di Cristo Redentore, consultrice del Dicastero; il benedettino padre Fernando Rivas, preside dello stesso Istituto Monastico; suor Patrizia Girolami, cistercense della stretta osservanza e priora di Valserena. L’ambiente benedettino in cui si svolge l’incontro contribuisce al confronto e al dialogo tra la novità dei carismi emergenti e la solidità della tradizione monastica, in un’ottica di arricchimento reciproco.

Verso una Chiesa che cammina insieme

Le giornate si articolano in sessioni plenarie, lavori in gruppo e momenti di preghiera condivisa. La giornata di sabato sarà dedicata a una tavola rotonda sulle prospettive della vita consacrata nella Chiesa di oggi. Al termine dell’incontro è previsto un pellegrinaggio giubilare a piedi verso San Paolo fuori le Mura, segno visibile del desiderio di attraversare insieme le porte del tempo presente con lo sguardo rivolto alla comunione e alla missione.

lunedì 30 giugno 2025

Radicate e fondate nella carità per seminare il bene

DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV ALLE RAPPRESENTANTI DI ALCUNI ISTITUTI RELIGIOSI FEMMINILI

Leone XIV riceve le Figlie della Divina Carità, le Suore dell’Ordine di San Basilio Magno e della Congregacion Agustinas Hermanas del Amparo, e le Hermanas Franciscanas de los Sagrados Corazones, in occasione dei Capitoli generali. Nel discorso l’invito a prendere esempio da Sant’Agostino, San Basilio e San Francesco che hanno “fatto crescere nuove vie di servizio”, soprattutto nei confronti di bambini, poveri, orfani, migranti, anziani e malati

Il Papa durante l'udienza alle partecipanti ai Capitoli Generali delle Figlie della Divina Carità delle Suore dell'Ordine di San Basilio Magno e Suore della Congregazione Augustinas Hermanas del Amparo

Care sorelle, buongiorno e benvenute!

Sono lieto di incontrarvi, alcune di voi in occasione del Capitolo Generale, altre per il pellegrinaggio giubilare. In tutti e due i casi venite presso la tomba di Pietro per rinnovare il vostro amore al Signore e la vostra fedeltà alla Chiesa.

Appartenete a Congregazioni nate in momenti e circostanze diversi: Suore dell’Ordine di San Basilio Magno, Figlie della Divina Carità, Suore Agostiniane “del Amparo”, Suore Francescane dei Sacri Cuori. Eppure le vostre storie mostrano una dinamica comune, per cui la luce di grandi modelli di vita spirituale del passato – come Agostino, Basilio, Francesco – attraverso l’ascesi, il coraggio e la santità di vita di fondatori e fondatrici, ha suscitato e fatto crescere nuove vie di servizio, soprattutto nei confronti dei più deboli: bambini, ragazze e ragazzi poveri, orfani, migranti, a cui si sono aggiunti col tempo anziani e malati, oltre a tanti altri ministeri di carità.

Le alterne vicende del vostro passato e la vivacità del presente fanno toccare con mano come la fedeltà alla sapienza antica del Vangelo sia il miglior propellente per chi, spinto dallo Spirito Santo, intraprende nuove vie di donazione, votate all’amore di Dio e del prossimo in ascolto attento dei segni dei tempi (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 4; 11).

Proprio pensando a questo, il Concilio Vaticano II, parlando degli Istituti religiosi dediti a servizi di carità, ha sottolineato quanto è importante che in essi «tutta la vita […] dei membri sia compenetrata di spirito apostolico, e tutta l’azione apostolica sia animata da spirito religioso» (Decr. Perfectae caritatis, 8), affinché i religiosi «corrispondano in primo luogo alla loro vocazione che li chiama a seguire Cristo e servano Cristo nelle sue membra […] in intima unione con lui» (ibid.).

Sant’Agostino, in proposito, parlando del primato di Dio nella vita cristiana, afferma: «Dio è il tuo tutto. Se hai fame, Dio è il tuo pane; se hai sete, Dio è la tua acqua; se sei nelle tenebre, Dio è la tua luce che non ha tramonto; se sei nudo, Dio è la tua veste immortale» (In Joannis Evangelium, 13, 5). Sono parole da cui ci fa bene lasciarci interrogare: in che misura questo è vero per me? Quanto il Signore sazia la mia sete di vita, d’amore, di luce? Sono domande importanti. Infatti è questo radicamento in Cristo che ha portato chi ci ha preceduto – uomini e donne come noi, con doti e limiti come i nostri – a fare cose che forse mai avrebbero pensato di poter realizzare, permettendo loro di lanciare semi di bene che, traversando secoli e continenti, oggi hanno raggiunto praticamente tutto il mondo, come dimostra la vostra presenza.

Alcune di voi, come accennato, sono impegnate nel Capitolo Generale, altre sono qui per il Giubileo. Comunque si tratta di fare scelte importanti da cui dipende il futuro proprio, delle sorelle e della Chiesa. Per questo mi pare molto opportuno concludere ripetendo per tutti noi l’augurio bellissimo che San Paolo rivolgeva ai cristiani di Efeso: «Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3,17-19). Grazie per il vostro lavoro e per la vostra fedeltà. Vi accompagni la Vergine Maria, insieme con la mia benedizione.