martedì 29 luglio 2025

Giubileo dei giovani

 

Le suore arrivate a Roma a piedi dalla Polonia per stare con i giovani

Zaino in spalla, suor Assunta e suor Bernadetta, delle suore di Santa Elisabetta, sono partite dal loro Paese per arrivare al Giubileo dei giovani: «Per l'accoglienza ci siamo affidate al Cielo»
Suor Assunta e suor Benedetta ad Assisi, una delle tappe del loro cammino a piedi dalla Polonia a Roma - .

Sono partite il 15 giugno da Krzeszów, una cittadina polacca al confine con la Repubblica Ceca, e dopo un mese e mezzo di cammino e circa 30 km al giorno, ecco l’arrivo a Roma per partecipare al Giubileo mondiale dei giovani.

Suor Assunta e suor Bernadetta fanno parte della congregazione delle suore di Santa Elisabetta: la prima presto servizio nella mensa per i senza fissa dimora a Breslavia, l’altra in una casa famiglia per bambini a Legnica. «Entrambe amiamo profondamente il pellegrinaggio — raccontano all’unisono - Per noi non è solo un cammino fisico, ma soprattutto spirituale. Pellegrine lo eravamo già prima di entrare in convento, e poi anche come religiose: verso Jasna Góra, da sei anni partecipiamo al pellegrinaggio di affidamento alla Madonna. Quando papa Francesco ha annunciato il Giubileo con il motto “Pellegrini della speranza”, abbiamo sentito che era un invito a continuare il cammino, questa volta verso Roma. In questo pellegrinaggio ci ha accompagnate l’icona di Maria di Rokitno. Le affidiamo il mondo intero, chiedendo la pace, la nostra patria, le famiglie, i sacerdoti».

Si definiscono «non più giovani», anche se hanno solo 40 anni, «ma desideriamo pregare per i giovani. Lo abbiamo fatto ogni giorno lungo il cammino, e ora vogliamo farlo in modo speciale durante il Giubileo. Vogliamo pregare per i giovani, per i loro cuori, le loro scelte, per il coraggio di dire “sì” a Cristo, soprattutto quando li chiama a seguirlo. I giovani sono la speranza della Chiesa — diceva san Giovanni Paolo II — e noi lo sperimentiamo profondamente. In tanti luoghi abbiamo incontrato giovani italiani che ci hanno servite con cura, offrendo cibo, acqua, attenzione. In Emilia-Romagna, la gente si fermava per portarci provviste. E molti italiani, passandoci accanto su motorini e automobili, gridavano parole di lode a Dio vedendoci. È stato bellissimo».

Di episodi altrettanto belli da raccontare, le due suore polacche ne hanno a decine, ma in particolare tutti quelli legati all’accoglienza che hanno trovato ovunque, dalla Slovenia a San Marino. «Per l’alloggio ci siamo sempre affidate a san Giuseppe, a sant’Antonio e a santa Teresa di Gesù Bambino. Tutto il tragitto, con zaini pesanti e per noi che non siamo atlete, è stato duro; ma durante il cammino, abbiamo chiesto l’intercessione del beato Carlo Acutis e del beato Pier Giorgio Frassati, affinché ci aiutassero letteralmente a “scalare le montagne” e giungere a destinazione. E così è stato, anche con qualche giorno di anticipo».
Igor Traboni

Nessun commento:

Posta un commento